Racconti di viaggio: Federica – Islanda, a caccia dell’aurora boreale

Febbraio 2020 – ISLANDA (5 giorni)

Da buona amante del caldo e da incallita freddolosa, mai avrei pensato di organizzare un viaggio in questo Paese, che solo il nome la dice lunga: ISLANDA (“Iceland”, terra di ghiaccio).

Ma come avrei potuto resistere al fascino dell’aurora boreale?

Così armata di coraggio, scarponcini da trekking, maglie e pantaloni rigorosamente termici, scaldacollo, guanti e cappellino ero pronta per questa mia nuova avventura.

Partenza da Roma Fiumicino per Reykjavik con un volo via Londra Gatwick. Arrivo in serata all’ aeroporto di Keflavík. L’aeroporto è semi-deserto, passiamo velocemente i controlli e saliamo sul bus che ci porta in hotel. Un grazioso albergo vicino al porto (da dove partono tutte le escursioni) e a due passi dal centro città.

Alle 23:00 abbiamo la nostra prima escursione. Quella per vedere l’aurora boreale!

Il cielo è un po’ coperto. Sulla strada dall’ aeroporto a Reykjavik abbiamo preso anche qualche gocciolina di pioggia. Siamo un po’ perplessi ma non sfiduciati. Il viaggio era stato lungo e “lei” (l’ aurora boreale) non avrebbe potuto tradirci.

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Il bus ci porta in un posto “sperduto”, lontano dalle luci della città, lontano da tutto. Scendiamo. C’è un piccolo furgoncino che vende bibite calde e qualcosa da mangiare.

Intorno a noi il buio e la neve. Il cielo è ancora coperto. Ma non del tutto. Un tipo davanti a me, con il suo cavalletto e la sua reflex prova a scattare una foto.

Dallo scatto si intravede una luce verde, non percepibile ad occhio nudo. E’ lei. Sta lì. Bisogna soltanto avere pazienza.

Abbiamo resistito per un paio di ore al freddo, in mezzo alla neve con il naso all’ insù, speranzosi; fino a quando inizia a soffiare il vento che spazza via le nuvole. E’ proprio ora che inizia uno spettacolo talmente bello da togliere il fiato. Un balletto di luci e colori, come usciti da una tavolozza di un pittore, inizia ad animare il cielo. Incomincio a saltare come una bambina dalla gioia e ad urlare perché tutti sentano come ci si sente quando si è felici. Con il cuore che pulsa all’ impazzata continuo ad osservare questo cielo e lì mi rendo che sono piccola ed impotente davanti alla grandezza della Natura. Ma mi sento anche immensamente fortunata.

Stavo vivendo una delle emozioni più incredibili che la natura mi poteva riservare.

Soddisfatti torniamo in hotel, ma l’adrenalina è talmente tanta che faccio fatica a prendere sonno. In quel momento avrei anche potuto riprendere un volo per tornare a casa per quanto il mio desiderio fosse stato esaudito!

Il secondo giorno, dopo una ricca colazione, ci aspetta l’escursione al Circolo d’ Oro ed alla Blue Lagoon.

L’ Islanda è la Terra del ghiaccio e del fuoco, ai margini del Circolo Polare artico, con paesaggi mozzafiato, distese sconfinate, vulcani attivi, ghiacciai, spiagge di sabbia nera e impetuose cascate.

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La prima tappa è l’area geotermica del Geysir. È senza dubbio una visita obbligata, in quanto i geyser sono il simbolo dell’Islanda.

Passeggiare qui è davvero un’esperienza coinvolgente. Si possono ammirare infatti fantastici getti d’acqua bollente che irrompono dal sottosuolo creando colonne spettacolari. La bellezza di questi fenomeni è dovuta principalmente alla loro frequenza: molti geyser eruttano ad intervalli più o meno regolari di tempo. come il famoso geyser Strokkur. È impressionante quando, a distanza di circa 5 minuti, dopo che si vede e sente l’acqua ribollire dal sottosuolo, parte un getto alto circa 20 metri.

Dopo un pranzo veloce, ripartiamo per la nostra seconda tappa del viaggio: la Gullfoss Waterfall.

Lungo il tragitto ci troviamo a camminare tra i “due mondi”. All’ altezza del Parco Nazionale Thingviller c’è una spaccatura tra le faglie continentali: la placca tettonica Euro-asiatica e quella Americana.

In poche parole, ci possiamo ritrovare in America senza prendere il volo! 😊

Qui si trova anche l’Alþing, l’antico Parlamento, primo d’Europa e forse del mondo.

Arriviamo a Gullfoss Waterfull. Una delle cascate più suggestive dell’Islanda e forse la più conosciuta.

Scendiamo dal bus ed abbiamo la certezza di trovarci vicino il Circolo Polare Artico. Che freddo…ma che spettacolo! La cascata è completamente coperta dalla neve e le sfumature di colore sono incredibili. Per la sua bellezza ed i giochi di luce del suo doppio salto viene soprannominata “la regina di tutte le cascate islandesi”. Le mie mani sono completamente congelate per scattare le numerose foto ma…ops…il freddo mette k.o. anche il mio telefono! ☹

Dopo esserci belli che “rinfrescati” ci aspetta il meritato relax in una delle attrazioni più gettonate dell’Islanda. La Laguna Blu. Acqua che sembra latte dal colore azzurro e dai densi vapori che salgono verso il cielo, uno scenario da favola, circondato da paesaggi naturali fatti di rocce e vegetazione. Un vero angolo di paradiso! Se poi ci aggiungiamo un bel drink nel bar interno della piscina con 40° all’ interno e -15° all’ esterno non abbiamo più niente da chiedere. La nostra giornata è stata perfetta!

Il terzo giorno, ci aspetta un’altra giornata intera di escursione. I panorami che si susseguono sono sempre vari ed incredibili.

Visitiamo le cascate di Seljalandsfoss, conosciuta come la “cascata liquida” e quella di Skógafoss. Anche questa una delle cascate più belle e famose d’Islanda: ha un salto di 60 metri e ci sono spesso arcobaleni e la particolarità è che a destra del salto si trova una scalinata di circa 400 gradini che porta sulla sommità della cascata. Mozzafiato!

Dopo la visita alla Seljalandsfoss arriviamo a Reynisfjara, una spiaggia nera di ciottoli scuri, colonne di basalto, faraglioni avvolti nella nebbia e nella leggenda…unica al mondo.

Come ultima tappa della giornata ci lasciamo il ghiacciaio Sólheimajökull. Anche qui l’esclamazione più appropriata è stata WOW!

Al termine di questi tre giorni di escursioni intense si ha ancora di più la conferma di quanto la natura sia “potente e prepotente” in questo Paese.

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Ultimo giorno intero lo dedichiamo alla visita della capitale Reykjavik.

Una graziosa cittadina sicura e facile da girare. Strade pieni di locali dove mangiare e bere, negozi di souvenirs e casette colorate.

Il lungo mare regala un bellissimo panorama sulle montagne completamente imbiancate.

Da qui si può ammirare la scultura “The Sun Voyager” che rappresenta uno scheletro di una imbarcazione vichinga.

La parte più alta della città è dove si trova la moderna ed imponente Cattedrale Hallgrimskirkja con il suo campanile alto 73 mt.

Nel riscendere verso il centro ci colpisce una strada con i colori dell’arcobaleno. La foto di rito è d’ obbligo!

Neanche a farlo apposta, quella foto è diventata il mio simbolo del “andrà tutto bene”. Da lì a pochi giorni dopo, infatti, in Italia ci fu il lock down. ☹

Divertente è stato anche camminare sul laghetto nel centro città completamente ghiacciato e prenderci a palle di neve. Eh sì, nel Paese dove il clima cambia in continuazione ogni 5 minuti, non potevamo ripartire senza godere di una bella nevicata!

Il 5° giorno ripartiamo per l’Italia, felici di questa nuova avventura in questa terra sorprendente, dal sapore speciale, forse perché è stato l’ultimo viaggio del 2020!

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